Sperlonga - Guida Turistica

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 La Villa di Tiberio è una grande villa romana, appartenuta nel I secolo d.C. all'imperatore romano Tiberio, situata nella cittadina di Sperlonga, in provincia di Latina, nel Lazio.
 Durante la costruzione della strada litoranea tra Terracina e Gaeta nel 1957 venne scoperta una grande quantità di frammenti marmorei, straordinari per la qualità delle sculture e le dimensioni dei blocchi. Le sculture si rivelarono essere in alcuni casi originali greci di età ellenistica (180 a.C. circa).
 Per ospitare le sculture rinvenute venne realizzato nel 1963 il Museo archeologico nazionale di Sperlonga.
 La villa era costituita da diversi edifici disposti su terrazze rivolte verso il mare. La prime strutture sono relative ad una villa di epoca tardo-repubblicana, forse appartenuta a Aufidio Lurco, nonno materno di Livia.
  La villa vera e propria conserva una serie di ambienti intorno ad un cortile porticato, tra i quali sono compresi ambienti di servizio, più volte ristrutturati, una fornace e un forno per la cottura del pane.
 Agli inizi del I secolo d.C. venne aggiunto un lungo portico a due navate e la grotta naturale che sorgeva presso la villa fu inquadrata all'ingresso da un prospetto architettonico e venne parzialmente trasformata con interventi in muratura e la collocazione di sculture.
 La grotta comprende una vasta cavità principale, preceduta da una ampia vasca rettangolare (peschiera) con acqua marina, al cui centro era stata realizzata un'isola artificiale che ospitava la caenatio (sala da pranzo) estiva.
La Chiesa "Sancta Mariae de Sperlonche"
 Sanctae Mariae de Sperlonche", la chiesa più antica del paese, oggi chiusa al pubblico, è da anni oggetto di un impegnativo restauro, che ne sta riportando alla luce i notevoli pregi artistici e architettonici. Edificata al centro di Sperlonga nei primi anni del XII secolo, è già menzionata in un documento del 1135 del Codex Caietanus come un importante luogo di culto del Sud Lazio. Costruita su due navate, alle quali si sono aggiunte nel corso del tempo altri ambienti, conserva un altare maggiore impreziosito da una grande tela della Madonna Assunta un coro a volta. Ai primi del settecento, con la proclamazione di San Leone Magno a patrono del paese, gli fu dedicata l’antica cappella del “Presepe”, in fondo a destra della navata centrale, e una splendida statua di “scuola napoletana”. Nella navata laterale si aprono numerose cappelle di cui la meglio conservata, con un altare del settecento e volta affrescata, è dedicata a San Domenico. Sono proprio i preziosi affreschi, alcuni risalenti al XII secolo, a costituire la straordinaria novità dei restauri in corso e che fanno presagire nuove e più entusiasmanti scoperte.
Torrri
 La costa del Tirreno è punteggiata da numerose torri costruite per avvistare e per difendersi dagli attacchi via mare. Le torri di Sperlonga risalgono al 1500. La Torre centrale, di cui sopravvive solo una parte nell'attuale via Giosa, dominava il paese e il suo profilo è disegnato nello stemma attuale del Comune
 La Torre Truglia, sorge su di uno scoglio di pietra viva sull' estrema punta del promontorio di Sperlonga. Edificata nel 1532 sulle fondamenta di una preesistente torre romana di avvistamento, solo due anni dopo fu devastata dalle orde di Kaireddin Barbarossa. Ricostruita nel 1611, epoca in cui ospitava un sergente e un solo soldato, già nel 1623 venne di nuovo devestata dai Turchi. Rifiorì solo nel secolo successivo, quando costituì una vedetta sicura per tutto il litorale.
 Dal 1870 al 1969 è stata utilizzata dalla Guardia di Finanza. Attualmente è il Centro Educazione dell'ambiente Marino del Parco Naturale Regionale "Riviera d'Ulisse". Il sitema di difesa costiera di Sperlonga era completato dalla Torre del Nibbio e dalla Torre di Capovento, che sorge a circa 3 km a sud del paese. Edificata su di uno sperone di roccia a picco sul mare nel 1532, dopo alterne vicende, servì dal 1820 come posto di dogana. Dopo la quasi completa distruzione, solo di recente è stata nuovamente ricostruita.
 Il Museo Archeologico di Sperlonga, annesso all'area della Villa, è stato realizzato agli inizi degli anni Sessanta per ospitare i pregevoli reperti scultorei rinvenuti negli scavi condotti nel sito a partire dal 1957. La raccolta comprende i celebri gruppi marmorei in cui sono state finora identificati quattro episodi dell'epos omerico: l'assalto di Scilla alla nave di Ulisse, l'accecamento del ciclope Polifemo, il ratto del Palladio e Ulisse che solleva il cadavere di Achille. Dunque, una vera Odissea di marmo cho costituisce una delle testimonianze più affascinanti per la conoscenza del mito di Ulisse nell'arte antica. Le sculture rinvenute in migliaia di frammenti, sono frutto di un lungo lavoro di restauro non ancora compiuto. E' probabile che tutti i gruppi siano opera di tre famosi scultori rodii, Atenodoro, Agesandro, e Polidero, autori anche del celebre Laooconte oggi in Vaticano, cui Tiberio commissionò la decorazione dell'antro. Nel Museo sono esposti altri pregevoli reperti, in gran parte scultorei, riferibili all'apparato ornamentale della villa (immagini di divinità, ritratti, soggetti mitologici) oltre che suppellettili e manufatti che documentano l'ininterrotta continuità di vita del complesso fino all'età tardo-antica.